mercoledì 26 ottobre 2011
La "Forma Sonata" alla base di tutto (o quasi)
La moderna sinfonia nasce, sostanzialmente, verso la metà del Settecento, periodo in cui vengono fissate per bene quelle che dovrebbero diventare le regole di uno stile "strumentale" autonomo, indipendente da qualsiasi funzionalità "operistica" od "oratoriale". Anzi, usiamo il termine, appropriato: stile sonatistico. E dietro a tale consuetudine viene elaborata, appunto, la "forma sonata" che, nella sinfonia, di solito, delinea il profilo del primo movimento (e non solo). E' giusto precisare che la regola toccherà altri generi quali il concerto per strumento solista e orchestra, il singolo brano per strumento (la "sonata") e le composizioni da camera (trio, quartetto, quintetto, etc.). La "forma sonata" è bitematica e tripartita, ovvero: a) due temi musicali che dialogano e si alternano; b) tre parti: esposizione, sviluppo e ripresa. Il concetto è, addirittura, narrativamente logico: si presenta l'argomento sonoro (esposizione), lo si approfondisce con dilatazioni (sviluppo) e, infine, lo si riepiloga per portarlo a conclusione con uno strascico detto "coda"(ripresa). Dall'astratto al concreto, serviamoci di questo efficace esempio didattico basato su una famosa sonata di Mozart:
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