sabato 3 dicembre 2011

MOZART. Sinfonia n. 38 in Re maggiore K. 504 detta Praga

Praga, magica città musicale. Ho avuto la fortuna di visitarla qualche anno fa e, per l'occasione, scrissi anche un reportage per Mentelocale, con tanto di fotografie. Ma è della Praga musicale che volli parlare, quindi Mozart divenne uno degli oggetti prediletti del mio articolo - in due parti (parte 1 - parte 2).
Nel 1787 Mozart si reca a Praga: è ospite presso la Bertramka, casa di campagna dell'amico (e compositore) Jan Dussek, residenza dove oggi si trova il museo mozartiano (purtroppo - speriamo momentaneamente - chiuso al pubblico... gustiamocela in fotografia). Lì comincia a dare vita ai fantasmi del Don Giovanni e, con molta probabilità, alla sinfonia Praga.
Tripartita (all'Italiana, si direbbe... ), breve ma tutt'altro che sbrigativa, anzi... Solida ed energica come lo stile viennese consiglia, priva di Minuetto (quasi a sottolineare il mix di solennità ed intima drammaticità), la Praga è la sinfonia transitoria verso gli ultimi 3 capolavori del genere (Canto del Cigno, la n. 40 e la Jupiter). Scorgiamo un gesto sinfonico teatrale dalla trazione quasi narrativa, pilotato da un gusto - di fatto - pre-ottocentesco. Nell'Adagio introduttivo si percepiscono già i tenui lucori dell'opera che sta per crescere (sì, il Don Giovanni). Ma l'ampiezza dello spettro melodico raggiunge il massimo nell'Andante: 10 minuti in bilico tra una voce idilliaca e un'altra più turbata, al limite della tragicità. C'è una ricerca dell'equilibri attraverso la forma che ritroveremo solo più tardi, verso la fine del XIX secolo in compositori come Brahms. Il ritmo ternario, poi, fa assomigliare questo movimento ad un Rondò, ma l'ariosità guarda avanti, ad un mondo sinfonico dietro all'angolo. Non c'è ancora ma si fa già sentire. Vero, Ludwig?
Ecco l'Andante nell'interpretazione di Sir Charles Mackerras alla testa della Prague Chamber Orchestra.

MOZART. Sinfonia n. 36 in Do maggiore K. 425 detta Linzer o "di Linz"

Altra sinfonia occasionale e, come accadde per divertimenti, cassazioni e serenate, il comparto orchestrale mette al centro fiati e timpani. La commissione, questa volta, giunge dal Conte Thun (amico di Amadeus) della città austriaca di Linz (in fotografia potete ammirare proprio la casa di Mozart). Il tratto mozartiano va rilevato nella convergenza di opposti: serenità v/s malinconia; leggiadria v/s eroismo. Sostanzialmente un omaggio allo stile haydniano, la Linz si lascia apprezzare subito già dal primo movimento proprio per queste caratteristiche ma, nonostante la pressante spontaneità comunicativa, non diamo nulla per scontato... Vi lascio una convincente interpretazione dei Wiener Philharmoniker diretti da Carlos Kleiber.

MOZART. Sinfonia n. 35 in Re maggiore K. 385 detta Haffner

Il nostro viaggio sinfonico intorno a Mozart sarà limitato alle ultime sole 6 sinfonie scritte tra il 1782 e il 1788 (con esclusione della "minore" K. 444).
Alla radice della "Haffner" c'è una serenata che, una volta arricchita dei movimenti, divenne - di fatto - una sinfonia in piena regola. E quella "serenata" era stata commissionata da un signorotto salisburghese di nome, appunto, Haffner.
La "Haffner" è una sinfonia densa, complessa, dal respiro polifonico e dell'attitudine contrappuntistica. Costruita intorno alla forma sonata (eccetto per il Minuetto), la sinfonia è figlia della tradizione tedesca di Bach (e figli) e di Händel. Basta ascoltare l'iniziale dell'Allegro con spirito per accorgercene. Il passo è quello dell'ouverture francese, un briciolo pomposa ma dall'inequivocabile ductus contrappuntistico. Dove sta la marcia in più mozartiana? Nei salti d'intervallo, nelle metamorfosi melodiche e nelle sottigliezze dinamiche.

Per verificare, eccovi un'emozionante interpretazione curata dalla bacchetta di Karl Böhm: